La maggioranza della popolazione boliviana è costituita da donne, che, nell’area rurale, sono per il 37% analfabete o analfabete di ritorno. La campagna di alfabetizzazione messa in atto dal Governo non ha prodotto risultati soddisfacenti. Nel periodo delle iscrizioni alla nostra Casa Estudiantil, le ragazze arrivano ancor oggi accompagnate da mamme e nonne che non sanno né leggere né scrivere.
Il 46% delle famiglie boliviane sono sostenute economicamente esclusivamente dalla donna, che comincia ad avere figli fin dai 12/13 anni d’età.
Molti uomini spiegano alle ragazzine che se non fanno in modo di avere il primo figlio prestissimo, poi non riusciranno più ad averne. Questo per predisporre le ragazzine ad essere più “disponbiili” e a subire violenze fin dalla tenera età.
Si calcola che il 70% delle donne dell’Altipiano (territorio in cui si colloca, geograficamente, anche Colomi, località dove si trova la Casa Estudiantil), di più di cinque anni d’età, lavora fino a 15 ore al giorno per cucinare, lavare, accudire ai figli, lavorare nei campi, occupandosi degli animali o vendendo qualcosa al mercato.
Nella cultura Boliviana è normale per la donna spaccarsi la schiena e sottostare ai dictat del loro uomo, che molto spesso non le sposerà mai e tipicamente il padre dei loro figli le abbandona per immaturità, irresponsabilità, perché emigra in cerca di lavoro o per un’altra donna. E’ usanza comune che un uomo si accompagni ad una donna, abbiano dei figli e poi lui sparisca per ricominciare d’accapo. Per questo comportamento questi uomini sono anche chiamata “picaflores” ovvero “colibrì” in spagnolo, come gli uccellini che si spostano a beccare il nettare di fiore in fiore.
Le bambine possono accedere ad una formazione di livello superiore solo in second’ ordine, dopo i fratelli maschi; se una famiglia dispone di piccole risorse da investire nell’istruzione dei figli, queste vengono utilizzate esclusivamente per i figli maschi; le femmine, secondo l’opinione diffusa “al campo”, non hanno bisogno di istruzione per “mettere al mondo figli, occuparsi delle faccende domestiche o allevare animali”.
Ora le cose, grazie anche all’attività svolta da tanti progetti di sviluppo, quali il nostro in Colomi, stanno lentamente cambiando; sta cambiando, come diceva un’Autorità Religiosa Boliviana parlando di noi e della nostra opera, “la percezione che la popolazione ha della donna, della sua dignità e dell’importanza del suo ruolo nella famiglia e nella società”.
Nella Casa Estudiantil uno dei compiti più importanti delle educatrici è proprio quello di portare alle studentesse un diverso concetto della donna e del rispetto che merita. Sono spesso le ragazze della Casa che spiegano alle loro madri o parenti che è possibile farsi rispettare dall’uomo e pretendere ciò che per la nostra culura Europea è normale ed acquisito.
Queste ragazze educheranno i loro figli e le loro figlie con queste nuove concezioni, cambiando piano piano la cultura maschilista in cui sono cresciute.