L’anno scolastico 2020 era cominciato in Bolivia, come di consueto, ai primi di febbraio; ai primi di marzo l’emergenza coronavirus ha obbligato alla chiusura delle scuole in tutto il Paese.
Alla fine di giugno il Ministero dell’istruzione aveva adattato il nuovo calendario scolastico alla situazione verificatasi con il lungo periodo di quarantena: si sarebbero dovute iniziare le attività didattiche a partire dai primi di luglio e la chiusura dell’anno scolastico era prevista per il 22 dicembre prossimo.
Nel frattempo le lezioni si sarebbero dovute tenere parte in presenza e parte on line. Cosa in realtà mai avvenuta, sia perché le scuole sono rimaste sempre chiuse, sia perché mancavano – e mancano tuttora – le condizioni (insegnanti preparati e strumenti adeguati) per l’insegnamento virtuale.
La diffusione del Covid-19 però continua ad estendersi: al momento i contagiati ufficiali sono 81.846, i morti 3.228, sempre secondo i dati ufficiali. Per evitare il peggioramento della situazione sanitaria nel Paese, il Governo ha deciso di rinviare la data delle elezioni politiche, già fissate per settembre, al mese di ottobre, con la conseguenza che diversi settori sociali aderenti al Mas, il partito dell’ex presidente Morales, hanno proclamato manifestazioni, marce e blocchi stradali che paralizzeranno il Paese e aumenteranno le occasioni di contagio.
Da qui la decisione inaspettata del Governo: l’anno scolastico si chiude definitivamente, dopo nemmeno un mese di funzionamento: tutti promossi alla classe successiva.
Anche se il Ministro dell’Educazione comunica che le lezioni virtuali continuano: questo sarà il tempo, secondo il Ministro, che darà una svolta innovativa all’educazione in Bolivia.
In attesa dell’apertura del nuovo anno scolastico.
La Casa Estudiantil nel frattempo si è attrezzata per poter essere pronta per qualsiasi disposizione dovesse dare il Ministero: grazie alla grande generosità di Lucia e Alessio, del signor Franco e dell’Educatrice Marleny, che ha devoluto tre mesi della sua indennità “di maternità” allo scopo, si è potuto attrezzare un laboratorio informatico con 15 computer che, rispettando il distanziamento previsto, permette a gruppi di ragazze, a turno, di assistere ad eventuali lezioni virtuali.
Riprenderanno nella Casa Estudiantil, non appena la crisi politica e sanitaria lo permetterà, le attività di recupero e sostegno e le iniziative per la riduzione dello svantaggio formativo che sono state, fin dall’inizio, la carta vincente del progetto, che ha permesso a tante giovani in situazione di marginalità sociale ed economica di accedere alla educazione formale con una preparazione equiparata a quella di alunni socialmente ed economicamente più avvantaggiati e giungere spesso ad ottimi risultati.