30 Ottobre 2015, Cochabamba
Ce l’abbiamo fatta: ieri abbiamo battezzato Rocìo.
Non è stato semplice, come temevo. Il fatto che non vi fossero persone che potessero esercitare i “poteri e doveri” spettanti ai genitori nei confronti di Rocìo, ha reso necessario che ci rivolgessimo alla Cancelleria dell’Arcivescovado per la necessaria autorizazzione.
Il Padre Cancelliere, che Dio lo benedica, sentita la storia della bimba, non ha detto “bao” e ci ha dato immediatamente il nulla-osta.
E così Rociò ha iniziato il suo breve corso di preparazione con la H.na Josefina, che collabora con noi fin dall’inizio del progetto, e con Anita, la nostra Educatrice che è anche catechista.
I Battesimi in Colomi si celebrano normalmente tutte le domeniche alle due del pomeriggio (i bimbi qui sono tanti!). Ma ottobre è il mese delle prime Comunioni e delle Cresime, i Battesimi vengono rinviati a novembre, dopo “Todos Santos”.Ma io ero in partenza per l’Italia, Martita ci teneva così tanto che fossi io la Madrina, aveva aspettato un anno e mezzo che arrivassi, per venirmi a raccontare di Rocìo.
E così il Parroco ci ha concesso la cerimonia individuale, che si sarebbe celebrata appunto il 29 ottobre, alle 11, con la Messa, all’interno della quale ci sarebbe stata la cerimonia del Battesimo.
L’appuntamento con Rocìo e gli invitati è direttamente in Chiesa. Rocìo è vestita tutta di nuovo, dalle scarpette alla coroncina bianca in testa (grazie agli amici che hanno collaborato per sostenere la spesa della “festa”!),ed è accompagnata da Martita, con l’immancabile bimbo nell’aguayo e da una giovane donna, anche lei con un bimbo, che poi si rivelerà una bambina, nell’aguayo.
Nessuno di noi conosce questa giovane donna.
E Martita “E’ la mamma di Rocìo!”.
Un brivido ci corre per la schiena: Martita si è data tanto da fare che è riuscita a rintracciare Lidia con la quale non aveva contatti da due anni.
Lidia ha 24 anni (secondo “le carte”, ci dice, ne ha 22: è una di quelle bambine che nascono nelle comunità rurali e contano talmente nulla che nessuno si preoccupa di denunciare all’anagrafe), quindi ha avuto Rocìo quando ne aveva appena quindici.
Ora si è fatta una famiglia e vive a Mairana, dalla parti di S,Cruz de la Sierra, a 11 ore di corriera da Colomi.
E’ arrivata con Berna, la bimba avuta dal nuovo compagno, che ha dieci mesi, con Alex, un altro figlio di 4 anni, e la cognata, zia di Berna.
In chiesa siamo non più di una quindicina di persone, ma l’emozione è grande.
La cerimonia è semplice, il rito del Battesimo essenziale, Rocìo appare sperduta…mai avute tante attenzioni!.
E così una nuova figlia è entrata oggi nella grande Famiglia della Chiesa, e una nuova figlia è entrata a far parte di diritto anche della famiglia della Casa Estudiantil, un po’ meno grande, ma con un cuore grandissimo!
Andiamo tutti a casa di Martita, una casa che secondo gli standard italiani può dirsi decisamente povera.
Una lunga tavola è preparata sotto un portico; Martita mi guarda, allarga le braccia come a scusarsi e mi dice “Aquì vivo Anna Maria”. L’abbraccio, non le ho mai voluto tanto bene!
La “festa” è molto sobria: c’è il “brindis de honor”, il solito vino bianco dolce con UN savoiardo a testa, e poi il pranzo.
Che è da preparare, perchè Martha ha scelto la carne alla griglia, con accompagnamento di patate,riso e verdura cotta.
Ci mettiamo tutte all’opera (siamo tutte donne, a parte i bambini, gli uomini di casa sono al lavoro): chi sventola le braci che si stanno spegnendo, chi gira la carne, chi sparge limone, chi dà consigli.
E intanto Martita ci informa: la mamma di Rociò, d’accordo con il nuovo compagno, lascerà che la bimba termini le scuole a Colomi e poi verrà a prendersela e la porterà con sè nella nuova famiglia.
“Mi piange il cuore” dice Martita, “io ormai conosco Rocìo, so come prenderla per farmi ubbidire, farla studiare ecc…, ma la bimba ha diritto di stare con la sua mamma!”
La giornata è splendida (e ti pareva?), i bimbi giocano o gattonano nel patio insieme con le galline, io sento il cuore pieno di affetto, gratitudine, ammirazione verso queste donne meravigliose che anche noi, con la nostra Casa, abbiamo contribuito a formare.
Ci abbracciamo tutte commosse, al momento della despedida.
Che dirvi: qui si vive sempre con il cuore in mano e l’emozione a fior di pelle.