Nella Casa Estudiantil, a Colomi, Bolivia, è presente una stata dedicata alla Madonna di Monte Berico.
Come ha fatto ad arrivare fin là? Ecco com’è andata:
Il 27 luglio 2002 Anna Maria Bertoldo, di ritorno in Bolivia dopo una permanenza di 5 mesi in Italia, scriveva in una lettera aperta agli amici:
“Molti di voi sanno che, ritornando in Italia, mi proponevo di procurare una statua della Madonna di Monte Berico da collocare nella nostra Casa Estudiantil, visto che la Fondazione che la amministra è stata intitolata appunto alla Madonna di Monte Berico”
E racconta che la Madonna, scolpita in pietra di Vicenza gratuitamente, da Gianfranco Tancredi di Brendola (Vicenza), e già benedetta da mons. Nonis vescovo di Vicenza, stava aspettando, imballata, di raggiungere la Bolivia dall’Italia.
Però doveva arrivare entro l’8 di settembre, data già fissata per l’inaugurazione della Casa Estudiantil e l’unico modo perché giungesse in tempo era quella di spedirla via aereo.
Si è messa in moto la solita eccezionale catena di amici: uno ha caricato la cassa che conteneva la Madonna (di dimensioni 80x45x132 e 257 Kg. di peso!), portata a Venezia e imbarcata su un cargo Air France, un altro a Genova si è procurato dal Console Generale di Bolivia una dichiarazione ai fini della esenzione dell’imposta di sdoganamento, altri hanno contribuito alla spesa di trasporto.
E così, il 7 agosto del 2002 alle 11,30 italiane la Madonna di Monte Berico ha potuto iniziare da Venezia il suo volo verso la Bolivia.
Arrivata a Cochabamba da S.Paulo del Brasile alla fine di agosto, dopo una serie di disguidi e ritardi tipici dell’America Latina, si è presentato il problema dello sdoganamento, che avrebbe richiesto alcune settimane di tempo.
Ma la Madonna doveva essere a Colomi l’8 settembre!
E’ cominciata la peregrinazione fra compagnie aeree e agenzie specializzate negli sdoganamenti, finché si è trovato un agente che si è impegnato a “ripescare” la Statua e a farsela consegnare in tempo, e che finalmente, la sera del 4 settembre, ha avvertito che l’indomani mattina si sarebbe potuto andare a ritirare la Madonna all’aeroporto di Cochabamba.
Con la solita “Lettera aperta agli amici” Anna Maria scriveva:
“Stamattina 5 settembre, poco prima delle dieci, ero all’aeroporto; senza più nessuna complicazione ho potuto vedere, con grande emozione, la cassa da lontano e seguire tutta l’operazione di caricamento sulla camionetta di Caritas di Cochabamba. E, insieme all’autista, ho accompagnato la Madonna fino alla sede di Caritas, da dove partirà domenica mattina per Colomi”.
La domenica successiva, 8 settembre 2002, la Statua, accompagnata da mons. Tito Solari, Arcivescovo di Cochabamba, e dall’allora Presidente della Fondazione Padre Eugenio Coter, è arrivata nella piazza principale di Colomi dove ad attenderla vi erano autorità civili e religiose (da segnalare l’Ambasciatore d’Italia in Bolivia e il Prefetto di Cochabamba), le nostre 48 ragazze (il progetto era al suo secondo anno di funzionamento) con i genitori venuti dal “campo”, professori, personale della Casa Estudiantil e Anna Maria, con un cesto di rose per la Madonna.
E c’era tutto il paese.
Alla domenica a Colomi c’è uno dei mercati di patate più grande della zona, ed è sempre affollatissimo. Vedendo arrivare da lontano l’auto dell’Arcivescovo e il camioncino giallo con una Statua di cui non capiva bene la natura, la gente ha fermato sorpresa il suo commercio, ha fatto ala e improvvisato un piccolo corteo fino alla Chiesta Parrocchiale.
Scaricare la pesantissima statua di pietra ha richiesto lo sforzo congiunto di molte persone, compresi i campesinos che si passavano la voce in quechua “E’ una Madonnina che hanno fatto arrivare in aereo da molto lontano”.
Poi c’è stata la Messa, concelebrata dall’Arcivescovo e dai religiosi presenti, e alla fine, davanti alla Madonna, si è formata una fila di uomini e donne del posto che volevano toccarla, baciarla, posare un fiore; si è dovuto sottrarla quasi a forza alla venerazione popolare per rimetterla sul camioncino e accompagnarla, al suono della banda musicale degli studenti dell’Istituto Superiore di Colomi, alla Casa Estudiantil, dove, da allora, veglia sulle nostre “chicas”.