Le notizie dalla Bolivia sono preoccupanti più che mai: in poco tempo i casi di contagio di Coronavirus sono raddoppiati, Colomi è passata da località a rischio medio a località a rischio alto.
Di riapertura delle scuole non ne parla più né il Governo né il Ministero dell’Educazione; si comincia solo ad ipotizzare una data (metà giugno, primi di luglio) per l’inizio ufficiale della formazione online. Però gli studenti che potranno usufruirne, quindi con conoscenza del linguaggio informatico e in possesso di strumenti adeguati, sono il 59% nelle città capitali, il 22% nelle altre zone urbane, e il 19% nelle località rurali. Il rischio che il divario formativo fra città e villaggi, che si era cercato di colmare negli ultimi tempi, si allarghi invece ancor di più è concreto.
Il problema per le nostre ragazze è serio, c’è il pericolo che possano sentirsi abbandonate a se stesse, senza contatti significativi con le Educatrici, gli Insegnanti e le loro compagne e scoraggiarsi al punto di abbandonare gli studi. Consapevoli del rischio, fra il personale educativo della Casa Estudiantil e alcuni componenti il Consiglio di Amministrazione (fra i quali Victoria Urquidi, direttrice dell’Istituto “Samuel Fina” e la sottoscritta) si è costituita una “task force”: stiamo valutando la possibilità di attrezzare la Casa con un laboratorio informatico in modo da poter accogliere a turno 20/25 ragazze per volta che possano seguire le lezioni a distanza. La Direzione della Casa Estudiantil ha presentato ai competenti uffici dipartimentali dell’educazione e dei servizi sociali di Cochabamba un progetto/proposta di riapertura la Casa con inizio della formazione on line in tutta sicurezza, chiedendo contemporaneamente l’aiuto concreto delle istituzioni per poter attrezzare un laboratorio informatico e avere una connessione adeguata. Per ora la Casa può contare su 6 computer, dovremmo arrivare ad averne almeno 10/12.
Nel frattempo le Educatrici, approfittando del ripristino dei trasporti locali, sono tornate nella Casa Estudiantil, armate
di disinfettanti e mascherine, e si sono messe a ripulire casa, tagliando e strappando l’erba, lavando e pulendo tutto, pronte ad accogliere anche le ragazze che avessero bisogno di andare a recuperare i libri e i quaderni che, nella fretta di andarsene due mesi fa, avevano lasciato nei loro armadietti.
Insomma, la Casa sta cercando di ricominciare a vivere, nonostante tutto!
Anna Maria Bertoldo