In visita ai padrini di Martita e Paulina

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Trascorriamo la giornata di sabato 3 novembre fra Mussolente, dove abitano Elena ed Adriano che ci hanno invitato a pranzo, ed Asolo, dove vivono gli amici che hanno adottato a distanza Paulina e che Paulina non sta più nella pelle dal desiderio di conoscere.

Da Elena ed Adriano ci sentiamo in famiglia, ci conosciamo da tanti anni, Adriano è venuto in Bolivia già nel lontano 2001, quando ha conosciuto Martita, allora una bimba di dodici anni che ne dimostrava sì e no nove, parlava solo quechua e 

Martita ha ora 29 anni ed è mamma di due bambini

sembrava un ragnetto: era stata trovata dalle Suore Dorotee nel villaggio dove viveva in gravissime condizioni di salute, portata all’ospedale a Cochabamba, e, una volta dimessa,accolta nella nostra Casa, per toglierla dalla situazione di miseria e degrado in cui viveva e assisterla nella lunga convalescenza. Ricorda Adriano “la me gà robà el cor” e ha deciso lì per lì di adottarla a distanza. E’ tornato nuovamente in Bolivia con Elena, insieme hanno sostenuto negli studi la bambina, poi diventata una splendida ragazza, fino al diploma di infermiera generica e l’hanno accompagnata da lontano nel suo diventare donna, formarsi una famiglia, avere figli. Martita li sente e li ama davvero, riamata, come suoi genitori, lei che la mamma non l’ha mai conosciuta e del papà è meglio non parlare. Sarebbe dovuta venire anche lei in Italia insieme con Edit e Paulina, almeno per qualche giorno, voleva abbracciare ancora una volta i suoi padrini, aveva già preparato con cura i regali da portare, uno scialle per Elena e un gilet per Adriano, oltre ad altri oggettini. L’Ambasciata Italiana di La Paz non le ha concesso il visto. Io (Anna Maria ) l’ho sentita piangere disperatamente al telefono la sera (qui in Italia era notte) in cui Edit mi ha chiamata da La Paz per darmi la notizia del rifiuto.

 

 

Subito dopo il pranzo, preparato con cura da quell’ottima cuoca che è Elena, Adriano ci accompagna ad Asolo dove ci attendono Giuliana e Federico, i padrini di Paulina.

L’incontro è emozionante e carico di affetto; Paulina ha portato per Federico un chulo (tipico berretto andino) e una sciarpa e per Giuliana una sciarpa e un grande aguayo da usare come copritavolo.

Arrivano anche figlie e nipotino, ci offrono dei deliziosi dolcetti, facciamo le foto ricordo…

Anche questa volta i saluti sembrano non finire mai, l’addio è difficile, soprattutto per Paulina.

Ma è stata davvero una gran bella giornata.

 

In occasione dello scorso Natale abbiamo ricevuto da Giuliana e Federico la seguente mail:

 

“……trasmettiamo un biglietto di auguri per la nostra figlioccia Paulina Apaza, Vi chiediamo la cortesia, se riuscite, di farglielo avere.

Con l’occasione estendiamo i nostri più cari auguri a tutta l’associazione, ringraziando tutti per il grande lavoro e impegno che mettete in questo bellissimo progetto.

Siamo onorati di poter, nel nostro piccolo, contribuire ad una iniziativa così bella e importante per tante ragazze

Abbiamo avuto la possibilità di conoscere di persona Paulina e Vi ringraziamo di questa opportunità, è stato un momento davvero speciale e ci ha fatto toccare con  mano la gioia di questa ragazza per l’opportunità che ha ricevuto.

Ci ha dato occasione anche di riflettere di quanto purtroppo diamo per scontato il nostro vivere privilegiato, grazie di cuore a tutti quindi per averci dato modo di ricordare dove stanno di casa le cose importanti

Un augurio di cuore di un sereno Natale e di un felice anno nuovo a tutti!!”

 

 

 

                                                                                                                                                      (8. continua)